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M.I.A.

Posted on Nov 25, 2013 by in Homepage | 0 comments

THE CUBE - M.I.A.

THE CUBE – making of “M.I.A.”

M.I.A. acronimo di “Materiale in Arte”-

è un progetto sviluppato da Ester Bozzoni, videoartista, Emanuela Di Gregorio, scenografa, e Sara Scaramelli, pittrice e nasce con l’intento di creare una congiunzione tra arte ed industria nel territorio bresciano, caratterizzato dalla ricchezza industriale.

M.I.A. è partito a marzo del 2013 e ha già trovato un positivo riscontro in varie aziende bresciane, le quali, donando il materiale di scarto da loro prodotto, hanno avuto modo di vederlo reinterpretato in installazioni artistiche.

M.I.A. trae spunto da operazioni di marketing e comunicazione adoperate dalle aziende durante il boom economico degli anni cinquanta e sessanta (da Olivetti a Pirelli con l’aiuto di artisti e creativi) dove il prodotto industriale acquistava fascino grazie alla decontestualizzazione.

Un esempio contemporaneo è la collaborazione di Sissi con la ditta Elica, per la quale l’artista ha progettato tre modelli di cappa aspirante in linea con il proprio lavoro artistico.

M.I.A. mette a disposizione dell’azienda la poetica dell’artista, le sue qualità creative, progettuali e tecniche, al fine di creare un’opera che sia sintesi di un percorso comune, proprio come avveniva molti decenni fa tra l’artista e il suo committente.

L’idea è che le aziende sfruttino la creatività degli artisti per valorizzare la propria immagine e la propria visibilità attraverso un prodotto pensato, progettato e costruito su misura.

M.I.A.

Ester Bozzoni (1984)

Laureata in Arti Visive allo Iuav di Venezia, ha studiato con Alberto Garutti, Adrian Paci, Rene Gabri, Nicola Bourriaud, Jimmie Durham, Tania Bruguera, Eva Marisaldi, Cornelia Lauf, Lewis Baltz, Marco Bertozzi. Nata come artista relazionale, dal 2008 lavora con il video. Ha esposto a Venezia, Roma, Lubiana, Livorno e Brescia. Ha lavorato come docente e mentore.

È socio fondatore dell’associazione Confrontarti e responsabile di Progetto Tangram, spazio espositivo e laboratorio artistico nel cuore di Brescia. Attualmente è impegnata in vari progetti collettivi che spaziano dal video documentario all’installazione.

Emanuela Di Gregorio (1971)

È nata a Brescia dove vive e lavora. Diplomata in scenografia teatrale all’Accademia di Belle Arti di brera, si è affacciata sulla scena artistica bresciana, sia delle arti visive che del teatro, alle soglie del duemila.

Inizialmente proiettandosi in modelli d’identificazione, a segnalare quanto l’identità sia sfuggente e mutante sul margine delle situazioni e relazioni col mondo, ora lavorando soprattutto con installazioni e lavori ambientati che mirano a creare sottili ribaltamenti o poetiche allusioni sulla scena quotidiana. Negli ultimi anni ha realizzato numerosi interventi di public Art nel centro storico di Brescia.

Sara Scaramelli (1973)

È nata a Brescia dove vive e lavora. Consegue il diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1996.
Dal 1999 si dedica al disegno e alla pittura specialmente a olio e dal 2001 è attiva in manifestazioni prevalentamente bresciane, ma anche nazionali e internazionali come nel 2010 Step 09 a Milano e nel 2012 RAW Art Fair a Rotterdam.

Ha vinto nel 2004 il secondo premio “Premio Emilio Rizzi” e nel 2009 il primo premio Los Quinchos. Dal 2004 /2005 Sara Scaramelli indaga il tema del ritratto e dell’autoritratto ed espone con la prima personale Feet’s portrait nel 2006. Nel 2008 con Identitas corpusque inizia un percorso di ricerca dedicato al corpo e alla sua espressività che sfocia, nel 2009, in Incontro (una doppia personale con Severino del Bono presso la galleria ARTEADESSO) e nel 2011 Affetti personali (presso la Skin Gallery di Brescia) dove si occupa della relazione femminile tra madre e foglia. Nello stesso anno l’artista ha curato e partecipato alla esposizione collettiva SOLD-OUT SOLD-ART. Dalla primavera del 2013 è attiva con Progetto Tangram e ha collaborato alla realizzazione di Bianco e nero, A fior di pelle e Studipraticabili (nella Nona edizione della giornata del contemporaneo).